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COME L'ARIA

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La mostra “Vignette Partigiane”, composta da 21 grandi pannelli, tocca i principali momenti storici avvenuti fra il 1943 e il 1945 e mette in luce le fasi salienti e gli episodi più importanti della lotta partigiana per la liberazione dell’Italia, raccontati attraverso il linguaggio grafico e coinvolgente dei fumetti prodotti dai maestri dell’illustrazione italiana della seconda metà del Novecento. Non si tratta di una semplice esposizione, ma di un percorso didattico pensato per avvicinare soprattutto le nuove generazioni alla conoscenza di un periodo cruciale della nostra storia, quello della Resistenza italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Fa parte delle iniziative dedicate da ANPI provinciale e CGIL all’Ottantesimo anniversario della Liberazione. I partigiani, simbolo della Resistenza, uniti dagli stessi ideali, hanno formato una corrente che cercava di dar voce e di far fiorire la democrazia in Italia. L'efficacia didattica della mostra risiede proprio nella scelta innovativa di utilizzare il fumetto. Questo linguaggio visivo, da sempre capace di narrare storie complesse in modo accessibile e coinvolgente, diventa qui un veicolo potente per la memoria. Le "nuvole parlanti" e le vignette non si limitano a illustrare gli eventi: riescono a catturare l'atmosfera di quegli anni, le emozioni dei protagonisti – la paura, la speranza, la determinazione – e a trasmettere la drammaticità e l'eroismo della lotta. È pensata in modo specifico per avvicinare le nuove generazioni alla comprensione di questo capitolo fondamentale della nostra storia, mettendo in luce l'eroismo dei partigiani, simbolo di ideali democratici e unità. Ma questa mostra non si limita a ricordare. Ci invita a riflettere anche sul presente. Cosa significa oggi "resistere"? Cosa vuol dire davvero "libertà"? In un tempo dove spesso le parole si svuotano e tutto sembra diventare superficiale, il fumetto riesce ancora a raccontare storie vere, che parlano al cuore e alla mente. Scegliere di usare il linguaggio del fumetto per raccontare la Resistenza non è solo una scelta artistica. È un modo per rendere viva la memoria, farla parlare al presente, farci sentire vicini a persone che, in un’altra epoca, hanno avuto il coraggio di opporsi all’ingiustizia. Dobbiamo ispirarci ai partigiani: non dobbiamo lasciarci intimidire dalle atrocità e dalla prepotenza, ma affrontarle, oggi anche attraverso proteste e manifestazioni per far valere i nostri diritti. Tra le immagini che più colpiscono c’è quella dedicata a Lulù, il ribelle delle Langhe, un personaggio emblematico per la sua spontaneità e per il suo spirito di ribellione. La sua vicenda rappresenta una Resistenza fatta non solo da militari o politici, ma anche da contadini, studenti, ragazzi che sceglievano di opporsi. Lulù diventa il volto dei tanti che hanno detto “no”, senza retorica, ma con coraggio. Impossibile poi restare indifferenti di fronte alla vignetta su Tancredi Galimberti, accompagnata dalla frase agghiacciante: “Quest’uomo deve morire”. Poche parole, una sentenza che pesa come un macigno e che ci interroga su cosa significhi davvero combattere per un ideale, fino in fondo. Attraverso le opere esposte, si può apprezzare come, dagli anni immediatamente successivi alla guerra (1945) fino all'alba del nuovo millennio (2000), la rappresentazione del conflitto sia mutata radicalmente. Si passa dalla celebrazione dell'eroe partigiano – il sacrificio per la libertà – alla sconvolgente testimonianza del dolore, all'orrore delle atrocità, al profondo vuoto dell'assenza che la guerra ha lasciato. Il percorso visivo diventa anche percorso emotivo: si incontrano storie di guerra civile, di ribellione, di sacrificio, di eroi sconosciuti e di “ultimi”, spesso dimenticati dalla storia ufficiale. Questa mostra ci ricorda che la libertà non è qualcosa che si conquista una volta per sempre, ma qualcosa che va difeso ogni giorno. E raccontare bene, con emozione e verità, è già un modo per resistere. La democrazia è fragile, e sta a noi difenderla e custodirla imparando, trasmettendo e insegnando alle nuove generazioni.

“La libertà è come l'aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.”

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Saccenti Marco

Gentile Adriano

Mori Riccardo

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