FAME D'AZZURRO

Ai bambini di Kharkiv hanno rubato il cielo.
Doveva essere una soluzione d'emergenza invece dopo tre anni di guerra la scuola in alcune stazioni della metropolitana è ancora una realtà. E’ una stazione della metropolitana che accoglie i sogni e le speranze dei piccoli ucraini: vanno a scuola sotto terra. Gli insegnanti: devono capire che nonostante tutto ci sarà un futuro per loro. Il cielo... per me identifica il sogno, l'infinito, la fantasia. Pensare che tutti i giorni questa libertà di alzare gli occhi al cielo e sognare ad occhi aperti, privilegio che consideriamo scontato, mi rattrista. I bambini ucraini come quelli di Gaza, con i loro traumi, sono ormai secondari all'interesse pubblico.​Il cielo, potrebbe rappresentare anche la dignità, che questi bambini perdono allo scoppio di ogni bomba… ma i loro sguardi, pur privati dell'azzurro, continuano a cercare orizzonti di pace e normalità, proiettando nel buio delle gallerie i colori di un domani possibile. Il cielo spesso simboleggia la speranza e il futuro. La guerra getta un'ombra su questo futuro, oscurando le prospettive e i sogni dei bambini. Eppure, nei corridoi umidi di queste “ gabbie", risuona ancora il diritto inalienabile dell’ infanzia, l’ illusione a un futuro che una guerra non potrà mai privare del tutto. Una costrizione non voluta continua a plasmare le loro giornate, ma con la loro determinazione e il loro coraggio, riescono a trovare la speranza anche nell’ oscurità. Molti bambini, però perdono la speranza davanti all’ inarrestabile crudeltà lasciando un silenzio assordante di sogni mai pronunciati.
Marco Saccenti