top of page

SEMPLICEMENTE KEYA

Image by Roksolana Zasiadko

Semplicemente Keya

introduzione

 

Questo libro non parla di una storia d'amore e nemmeno di quelle storie horror raccontate nelle creepypasta,

questo libro parla di una semplice ragazza di quindici anni,

della sua adolescenza e delle sue difficoltá. Lei ha tutta la vita davanti e ha tutto il potenziale per affrontarla, è testarda per ciò che vuole e se ha degli obbiettivi li raggiunge.

Keya ha mille sogni in testa e la testa tra le nuvole anche se l'autolesionismo e i problemi con il cibo le stanno mettendo i bastoni tra le ruote. Nonostante le continue ricadute, Keya non si arrende e continua il suo percorso tra alti e bassi. La nostra storia inizia da qui…

 

A chi si sente solo.A chi piange la notte.A chi si sente sbagliato. A chi ha paura del proprio passato.C’é sempre modo di ricominciare.

Capitolo 1

Cinque mesi dopo

Keya

6 Dicembre 2024

Scrivo tra le tre pareti di camera mia, o meglio,quella camera che cerco di far diventare mia,fuori dalla finestra riesco a vedere le sbarre che mi separano dal cancello,spesso mi avvicino ad esso con l’istinto di scappare, ma oggi lo guardo con occhi diversi, con la mancanza di casa, mancanza di mamma, di papá,con la speranza di tornarci a casa.Le linee rosse sono diventate nuvole di fumo,riflettendo sono arrivata alla conclusione che non ha senso scappare,non c’é fuga,c’é coraggio e forza nell’andare avanti.Pochi giorni fa, ho appeso un calendario in camera, per vedere i giorni passare, in modo da non perdere la consapevolezza che é solo un periodo, un piccolo pezzo del puzzle, non é tutta la vita, l’ho scritto come promemoria al muro, per dare colore a queste pareti e spezzare l’aria tesa di questa comunitá.Fuori é buio, ormai sono le otto e cinquanta, quando la mia testa inizia a gridare, il mondo tace e la mia testa grida cose orribili, arrivano i sensi di colpa legati al cibo, “perché ho mangiato?”.Ho il terrore d’ingrassare e ultimamente faccio a botte con lo specchio, nocche sempre rosse, lui mi grida che devo dimagrire e che sono grassa.Una cosa mi rimbomba in testa, un numero,”come puó un numero rovinarmi la vita?” Mi chiedo.Lo specchio, uno dei piú grandi nemici che ho, passavo ore davanti a lui , a cercare un possibile difetto che mi rendesse inferiore alle altre.

Capitolo 2

3:45 Keya

26 Luglio 2024

Scappavo, la paura, l’ansia, il caos, “perché?”, mi chiedevo,perché stavo scappando?Mi persi nel buio, nei vicoli piú stretti di quelle sbarre che mi soffocavano. Correvo,volevo sparire e non avere un’identitá.“Corri” Mi diceva la testa, volevo superare i limiti,correvo e i miei pensieri sparivano, ma facciamo un passo indietro.“Keya, ma che ti cambia?”, “é poco piú di un metro”.Questo mi ripetevano gli operatori, ancora non realizzo una realtá diversa dalla mia, una realtá dove la mia testa non ha pietá di me, una realtá dove combatto con fantasmi, cose che non vedo, fantasmi che giurano il mio bene, promettono tregua. Quel metro mi separa dal mondo esterno, quel metro tra il cancello e la strada, quel metro che mi protegge da me stessa, non mi permette di mettermi in pericolo. Ad un metro di distanza da ció che mi fa paura, ad un metro di distanza da ció che mi tormenta. Tutti mi ripetevano che dovevo parlare ma io non ci riuscivo, tutti volevano aiutarmi, ma io non lo capivo, io non volevo aiuto, io volevo solo toccare il fondo e andare piú giú.Di nuovo davanti al cancello, la libertá mi tenta, il suono dell’allarme,la corsa, le urla di gioia. È cosí che ci si sente ad essere fuggitivi?

Capitolo 3

In bilico

A Keya

Lo leggo nei tuoi occhi che vuoi scappare, Lo capisco dal tuo sorriso finto che non é ok.Sará in quel momento, con due dita in gola e la faccia nel cesso, che capirai, non sei quel numero sulla bilancia e nemmeno il riflesso distorto che vedi nello specchio. Sará quando sentirai la manica ricoprirsi di sangue per tutti quei tagli, che forse si accorgeranno del tuo disperato bisogno di aiuto, ma tu non vuoi aiuto, tu vuoi solo crollare a piangere su quel pavimento ghiacciato.Tu continua a fingere,”va tutto bene” dirai, ma cosa può succedere se questa mascera dovesse cadere? Cosa succederá se un giorno dovessi crollare? Costantemente in bilico.

Capitolo 4

Due mesi prima Keya

E volevo farla finita,volevo che tutto finisse. Andavo a scuola per far presenza, l’idea della comunitá mi spaventava ma allo stesso tempo la vedevo come l’ unica soluzione disponibile. Ero stanca di farmi male, ero stanca di parlare ma volevo qualcuno che sapesse ascoltare. Volevo mollare tutto e mettermi nella peggio situazione per lasciarmi cadere e non rialzarmi, non avevo intenzione di continuare. Eppure? Cosa mi stava fermando? Un mese prima Keya A chi sta scrivendo la mia storia, per favore, metti giú la penna, pensa all’ultimo capitolo e come ringraziamenti spiegami il perché di tutto questo, mi dicono che prima o poi passa, ma sono anni che va avanti questa storia, e piú tempo passa piú voglio andarmene. Gli altri non lo devono sapere di tutti i pianti soffocati, delle notti in quell’ospedale che sembravano non finire, perché ho paura del giudizio altrui,ma infondo, che ne sanno gli altri?

Capitolo 5

Lei, Keya

Lei mi sabota, lei mi ha distrutta, mi istiga al peggio e non si accontenta mai, lei mi manipola, lei é senza pietá, vuole solo vedermi a pezzi, lei é la mia testa e purtroppo o per fortuna devo conviverci. Lei in fondo é parte di me.

Capitolo 6

Mamma Keya

Cara mamma,

oggi ti parlo apertamente, ti volevo dire che ho paura, paura che la mia testa vinca su di me.Ho paura che il mio istinto di scappare prenda il sopravvento, che la voglia di prendere tutti quei farmaci abbia la meglio. Ho paura di quella lametta, paura che vada troppo a fondo. Ho paura di me stessa, di ció che potrei fare,ho paura di non essere accettata. Ho paura di quelle che le persone chiamano emozioni, perche non le so controllare e spesso mi sovrastano e tra un attacco di panico e l’altro ho paura di essere un fallimento, di cadere e non saper rialzarmi. Mamma ho paura di deluderti. Ho paura dell’ansia, cara ansia sono ormai anni che mi tormenti, sempre attaccata al collo, non mi lasci respirare. Mamma sai, mi mancano i tempi dov’ero spensierata, quella spensieratezza che adesso non ho piú ,spesso non mi riconosco piú.

Capitolo 7

Ansia Keya

Ieri dopo tanto tempo é tornata a trovarmi ansia, lei é veramente strana, non mi permette di respirare e a volte la stanza intorno a me inizia a girare, a diventare stretta e non mi fa pensare lucidamente.

Ansia di solito si presenta ogni volta che riesco a fare passi avanti, impedendomi in ogni modo di stare bene nei momenti felici, ma in comunitá sto imparando a controllarla. Sono una persona che ama avere il controllo e volevo averlo su qualsiasi cosa, andava tutto bene fino a quando l’ho perso, ma a questo ci arriviamo dopo, a volte questa cosa gioca a mio svantaggio. Ansia non si é presentata da sola, successivamente a bussare alla porta sono stati i sensi di colpa verso il cibo, contare le calorie, pesarm, mangiare e vomitare era diventata un’abitudine, un loop senza fine,ed io? Io non avrei smesso finché quel numero sulla bilancia non mi avesse soddisfatta. Gli ultimi a bussare alla porta furono i ricordi, facendomi venire in mente quelli con la mia famiglia e li si fece sentire la nostalgia di casa, mi manca casa. Casa Keya Casa, quella che mi manca tanto,cos’é per me casa? Molti la associano a quattro mura, un tetto, una porta,invece io la ritrovo nell’affetto di papá, nelle carezze di mamma, nell’ammirazione che prova per me il mio cugino piccolo, nell’amore che mi danno i nonni e la zia. Mi manca tutto di casa pure i gatti che a modo loro mi dimostrano che mi vogliono bene. Tutto questo é casa.

Capitolo 8

cinque mesi dopoKeya

10 Dicembre 2024

Fisso il cancello con aria persa, ora non mi ci avvicino nemmeno,dopo ogni pasto chiudevano i bagni, ora se li vedo aperti li chiudo io,eppure sto andando bene,il percorso sta procedendo,tra poco torneró a scuola,ma c’é sempre quel peso che da dosso non si schioda,c’é sempre quell’ansia che non va via,ci sono cicatrici indelebil sulla mia pelle,allora cosa c’é che non va?Perché sono ferma?Ho paura di ricadere giú e che mi lascino giú da sola,mi torna l’ansia, quella brutta bestia, ma ora non ho piú paura di lei,ora ho imparato a conviverci, perché anche lei é parte di me e so che non andrá via dalla mia vita una volta entrata.

Capitolo 9

pilloleKeya

Pillole, ormai da anni, “terapia Keya!”, mi ripetono tutti i giorni, la mia paura é diventarne dipendente, tra antidepressivi e stabilizzanti dell’umore non so che differenza ci sia, ed é giusto cosí, una ragazza di quindici anni che prende farmaci per stare bene, mi sembra assurdo,come ho fatto a ridurmi cosi?

Trauma KeyaMi ricordo, mi svegliai con le sue grida,l’ambulanza era in ritardo, io volevo starle vicina, mi sentivo impotente, inutile, la porta sfondata, il mese fuori casa, le lacrime, il nodo in gola se ne parlo, é iniziato tutto qui. Se penso alla parola trauma penso a qualcosa che rimane come un tatuaggio.

Tatuaggi KeyaSono sempre stata insicura sui tatuaggi, perché so che rimangono per sempre,ma di una cosa sono certa, io volevo un punto e virgola sul polso destro,di solito questo simbolo viene usato da chi vuole comunicare di voler vivere, poteva mettere un punto alla propria vita (come una frase con un punto) ma decide di andare avanti mettendo anche una virgola, per ricordarmi della mia lotta contro tutto questo, per trarne qualcosa di positivo, perché io oggi 24 gennaio 2025, voglio vivere.

Capitolo 10

AutolesionismoKeya

“Autolesionismo”,quando la prima volta lo cercai su Google mi disse che significava procurarsi del male fisico intenzionalmente.I miei lo vedevano come una sofferenza che mi avrebbe portata all’estremo,i compagni come una ricerca di attenzioni, invece io lo vedevo come l’unico modo per provare qualcosa di diverso dalla tristezza, per sentirmi meno apatica, per sentirmi viva fuori quando ero morta dentro giá da tempo.piccole linee rosse sulla mia pelle,linee che in realtá io non volevo,linee che la mia testa ama.Un piccolo graffio, un piccolo taglio,“cos’hai sul braccio?”Solo il gatto,quel gatto che ormai ha la colpa di tutte le mie cicatrici.

Capitolo 11

otto mesi prima Keya

Vedere quel numero salire mi faceva sentire inferiore, volevo essere come le altre e questo mi stava pian piano uccidendo dentro, la mia testa cercava di restringere e di continuare a mentire, la situazione mi stava sfuggendo di mano, non era piú mia, non avevo il controllo, ero schifata da me stessa.Continuavo a vedere quelle cosce enormi, braccia e gambe piene di tagli e cicatrici, la gelosia verso le altre cresceva, e io cercavo di mangiare meno.

Capitolo 12

8 miliardi Keya8 miliardi di persone,e se qualcuno sparisse? Milioni e miliardi di persone spariscono all’anno e non vengono mai ritrovate.E se io sparissi?A chi interesserebbe?O megliointeresserebbe a qualcuno?Qualcuno verrebbe a cercarmi?“Che succede se togli un granellino dalla sabbia?” Questo mi ripetevano le persone,con il tempo trovai le risposte nelle stelle,“che succede se togli una stella dal grande carro?”Rispondevo io,“il grande carro non sarebbe piú lo stesso”E anche stanotte come ogni notte io guardo le stelle e in esse cerco risposte.

Capitolo 13

Papá Keya

Ciao papá,qui é keya che parla,volevo dirti che mi dispiace,perché ho visto il dispiacere nei tuoi occhi al mio primo ricovero e ora che sono diventati sei, ormai ci hai fatto l’abitudine,Magari avresti preferito una figlia che stesse bene e che non avesse le mie stesse difficoltá, ma comunque sono ancora qui, e questo é l’importante.Mi dispiace perché mi hai vista stare male e non avrei mai voluto questo, ho paura di averti deluso, mi spiace,ho paura di star sprecando la mia adolescenza.

Capitolo 14

Il giorno stesso KeyaIl giorno in cui sono entrata in comunitá ho visto benissimo lo sguardo triste negli occhi dei miei, insieme alla frustrazione per non essere risusciti ad aiutarmi, ma anche un segno di speranza nel mio cambiamento, volevano aiutarmi in ció che io non sapevo comunicare.Penso a come gli altri sono fuori a godersi l’adolescenza mentre io sono qui a passarla tra comunitá, cliniche e ospedali.La clinica KeyaSono stata ricoverata due volte in clinica, prima di finire in comunitá,sono due cose totalmente differenti.In clinica ho conosciuto una ragazza di cui non faró nome, aveva i capelli sull’azzurro e portava un taglio corto, lei c’é per me ancora oggi, ci ho legato parecchio.L’ospedale KeyaQuell’ospedale che sembra avere troppi ricordi, ci sono stata due volte, camera numero otto, le canzoni, i laboratori.

La comunitá Keya

In comunitá il percorso cambia, é molto piú lungo.Dove sono adesso ho conosciuto persone fantastiche, tra cui Cleo, una ragazza con i capelli afro, la prima sera é stata un’ora e mezza a cercare di farmi ragionare sul non scappare (sono scappata comunque), ho conosciuto Ale, un ragazzo con i rasta che ama giocare alla play, lui insieme a Reg sono i primi a correre quando sono in crisi e a loro si aggiunge Titi, la mia compagna di stanza, sono sempre li quando tutto sembra crollare

Capitolo 15

Reg Keya

Reg é una ragazza stupenda, capelli rosso sul viola e ama leggere i fantasy e i romazi rosa, con lei c’é stato un tira e molla,Reg ama scrivere canzoni in inglese e in italiano, io e lei siamo andate oltre i pregiudizi degli altri, io sono del parere che ognuno puó amare chi vuole, sono cose che non possiamo controllare.Reg porta il nome di una stella e io non ho mai smesso di guardarla.

Capitolo 16

Difetti RegReg:<<Te l’ho gia detto, prima devi imparare ad amare te stessa, poi quando ci riesci, gli altri sono un aggiunta, é la prima cosa che devi capire >>Keya:<< Come faccio ad amare me stessa se la prima cosa che vedo nello specchio sono solo i miei difetti?>>Reg:<< In realtá é un primo passo, perché bisogna accettare i propri difetti ma vedere anche i propri pregi >> momento di silenzioKeya:<< Prima o poi inizieró ad accettare i miei difetti, ne vedo cosi tanti che mi sono autoconvinta di essere un difetto di fabbrica. >>Reg:<< Questo é appunto un tuo pensiero che devi cambiare, io non ho la bacchetta magica, ma so come farti sorridere, ovvero con la musica >> Keya:<< Grazie Reg,ti voglio bene >> Reg:<< Di niente tata >>

Capitolo 17

Ale Keya

Ale, é sempre presente per me, mi ésempre stato vicino.Io e Ale abbiamo una promessa in gioco, io dovevo mangiare almeno un pó a tutti i pasti e cercare di non vomitare, lui mi ha regalato un suo elastico nero che tutt’ora porto al polso per ricordarmi della nostra promessa ed é grazie ad essa se ora in quell’aspetto sono migliorata.Ale é il fratello maggiore che non ho mai avuto.

Capitolo 18

Titi Keya

Keya:<<Titi come ti trovi qui?>>Titi:<< All’inizio l’idea della comunitá mi spaventava, ma poi dopo un po’ mi sono ambientata >>keya:<< Anche per me i primi giorni sono stati duri, ma con il tempo ci ho fatto l’abitudine >>Titi:<< Keya ma a te non manca casa?>>Keya:<< Certo che mi manca casa, Titi , riflettici un secondo, che senso ha andare a casa e stare male quando potresti stare qui e stare bene per poi andare a casa e creare dei ricordi belli con la tua famiglia >>. Titi:<< Hai ragione keya, preferisco tornare a casa quando staró bene>>.

Capitolo 19

La scelta sta a te KeyaMi reputo abbastanza grande per pensare con la mia testa,per sbagliare e prendermi la responsabilitá di quello che faccio.Per quanto mi riguarda, gli amici possono salvarti la vita ma anche distruggertela,tempo fa ho scelto le compagnie sbagliate e ora ne sto ripagando le conseguenze,sono stata vittima di bullismo dall’elementari alle medie e questo ha portato i problemi con il cibo e di conseguenza l’autolesionismo.

Capitolo 20

Nessuno Keya

Nessuno mi ha detto che sarebbe stato cosi difficile,nessuno mi ha messo in guardia riguardo all’autolesionismo,nessuno mi ha detto che le cicatrici rimangono, nessuno mi ha avvisata del fatto che le persone avrebbero giocato con i miei sentimenti e che mi sarei ritrovata ad odiarmi cosi tanto da stare piú in ospedale che a casa.Che succede se giochi con i sentimenti di una persona?Quanto si puó sopportare ancora?Eppure credevo di essere forte,allora perché non so andare avanti?Perché continuo a ricadere?Ma infondo, chi é davvero forte?

Capitolo 21

Nuova fugaKeya

8 Gennaio 2025

Correvo, di nuovo.

Capitolo 22

InutileKeya

27 Gennaio 2025

5:07 di notte.

Inutile,inutile correre,inutile dire che non volevo,inutile mentire,inutile arrampicarsi sugli specchi, “inutile provarci”,penso tra me e me, ma se non ci provo cosa ottengo?Ne vale davvero la pena?Stare male tutta la vita?Quando invece dovrei fare la parte dell’adolescente, andare a quelle feste per ragazzi in discoteca, cantare, ballare, sbagliare, uscire con gli amici,piangere per le serie tv.Inutile scappare, prima o poi si torna sempre, si torna sempre a “casa”, si torna sempre dove si sta bene.E anche se casa mia ora sembre un miraggio, anche se purtroppo in comunitá non e’ tutto rose e fiori e le ricadute esistono io devo tenergli testa e non mollare, devo imparare ad accettare che ormai e’ come una seconda casa per me.

Capitolo 23

Verso il basso

Keya9 Febbraio 2025.

Erano circa le otto di sera quando ripensai per l’ennesima volta a porre fine a tutte le mie sofferenze, a zittire la mia testa una volta per tutte, ero stanca di ripetermi che dovevo andare avanti, ho riprnsato a tutte le volte in cui mi sono sentite non abbastanza, sbagliata.Non ricordo bene come ma mi ritrovai con una corda al collo, incapace di alzarmi né tantomeno di respirare. Sdraiata sul pavimento del bagno in fondo al corridoio, quel bagno che neanche si chiudeva a chiave, mi sembrava fossero passate ore. Invece in pochissimi minuti la mia faccia si gonfió, pensavo che da li a poco sarebbe finito tutto, invece mi sbagliavo. Le urla di una mia compagna mi svegliarono, un educatrice mi slegó la corda, l’infermiere di turno che mi misurava i battiti del polso, non riuscivo a parlare, ma tutto sommato mi era andata bene e ore che é passato un giorno ed ho un altro laccio in mano, io decido volontariamente di consegnarlo, ora ricomincio da capo, di nuovo.

Capitolo 24

Il tettoKeya

12 Febbraio 2025

Guardo da qui le strade del paese in cui sono,a sette metri e poco piú da terra su quel tetto dove al primo passo falso potevo scivolare giú, un passo dalla quale non avrei potuto tornare indietro, quel tetto che da giú sembrava cosi basso da poter toccare il cemento con un piccolo salto.Da qui riesco a vedere una coppia litigare davanti ad un locale, io resto ad ascoltare pensando tra me e me,“Se il mondo dei ragazzi é cosí difficile figuriamoci quello dei grandi”***Il mondo dei grandiKeyaHo sempre avuto fretta di crescere, di diventare grande,avevo tremila sogni nel cassetto, ora in quello stesso cassetto ho qualche pastiglia di Litio, di Aripiprazolo e alcune gocce di Talofen.Ora ho una paura tremenda di crescere,di assumermi le mie responsabilità, di prendere la patente, fare quei piccoli passi che fanno i grandi.***Keya Mentre loro continuavano ad urlare io osservavo passare di tanto in tanto gli operatori, mi sentivo invisibile, sola, inutile, non valida come persona, nulla, eppure qualcuno mi stava cercando forse mi sbagliavo, io mi sentivo sbagliata, diversa, come ho sempre detto, un difetto di fabbrica. Forse davvero, per una volta, importava a qualcuno. Ed é qui che tornó Ansia, ma stavolta cercava di farmi ragionare con quel minimo di sanitá mentale che mi rimaneva, ansia di lasciare i miei cari, insieme alla paura di farmi così tanto male da avere danni permanenti. Quando mi trovarono, l’operatrice era spaventata, la donna della coppia sarebbe salita sul tetto pur di farmi scendere, il ragazzo invece cercava di farmi ragionare.Io piangevo, quella notte non c’era nemmeno una stella a darmi conforto,“se io fossi lassù darei conforto ai soli, agli emarginati, a chi soffre, a chiunque stesse male” questa frase non la dissi, ma il pensiero c’era, anche dopo essere scesa dal tetto, ma d’altronde questa é la mia “condanna”.

​

Alla magnifica autrice di questo fiore del male. L'abbraccio e la gratitudine di tutta la redazione per aver condiviso il suo percorso di sofferenza e di lotta. Un percorso che, ne siamo certi, la vedrà finalmente fiorire. 

​​

bottom of page