QUELLA PIAZZA VUOTA

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Io penso che Papa Francesco sia stata una figura molto importante per tutti noi, il suo credo è sempre stato quello di aiutare gli ultimi e se tutti noi seguissimo i suoi insegnamenti sicuramente nel mondo ci sarebbero meno disuguaglianze, meno conflitti e meno differenze sociali.
Gabriele Maroli
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Penso alla figura di papa Francesco come una persona molto influente e che ha portato molte novità e cambiamenti nella chiesa cattolica, come la lotta contro la corruzione, contro le disuguaglianze tra emigrati, ha aumentato il ruolo delle donne in chiesa e ha cercato di far smettere guerre.
Riccardo Mori
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Questa è la mia riflessione sulla scomparsa di Papa Francesco, ma preparatevi, oggi voglio fare un po’ il guastafeste, il controcorrente. Mi sembra infatti che si stia usando un po’ troppa retorica e si tenda ad appiattire il giudizio sulla sua figura, mettendo in ombra le critiche che invece, durante la sua vita, erano anche particolarmente accese. Partirei dalla fine, da quello che possiamo definire come l’ultimo atto del cammino pastorale di Jorge Mario Bergoglio: il testamento. Questo documento ha subito destato la mia attenzione, per la sua brevità, la sua essenzialità, la mancanza di fronzoli, l’ultima dimostrazione del carattere di Papa Francesco, perfettamente coerente con la sua personalità e con lo stile che ha voluto mantenere durante tutto il suo pontificato. E quel suo motto “Miserando atque eligendo”, tre semplici parole latine che ancora una volta esprimono appieno ciò che Papa Francesco ha sempre adottato nel corso del suo cammino: osservare con il cuore, con le emozioni prima di tutto e poi scegliere, decidere. Questa sua semplicità si riscontra anche nella scelta della sepoltura, che specifica, “nella terra” “semplice, senza particolare decoro” e con la sola iscrizione del suo nome “Franciscus”.Francesco, un nome scelto nel giorno della sua elezione il 13 marzo 2013, proprio per il suo significato più profondo; San Francesco d’Assisi era il suo modello, e Papa Bergoglio non voleva essere ricordato come un sovrano o un grande personaggio, ma come un umile “servo” della Chiesa, fedele al Vangelo. Un altro elemento importante che spicca dal suo testamento è la grande devozione verso Maria, che ha segnato profondamente il suo pontificato, basti pensare alla consuetudine di pregare ad ogni viaggio apostolico dinanzi alla Salus Populi Romani (l’immagine sacra di Maria all’interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma) e proprio in quella Cattedrale a lui così cara, ha voluto che venissero conservate le sue spoglie, affidandole alla protezione della Madonna. Ed infine, come non sottolineare quella profonda umiltà personale che è sempre stata il suo “sigillo”, quando nel suo testamento non fa bilanci, non elenca dei successi, delle conquiste (spirituali, sia ben inteso!), non parla dei suoi meriti o delle sue opere. Fa solo un accenno, molto discreto e umile appunto, alla sua sofferenza, offerta a Dio per cause più grandi della sua vita terrena “la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”. Anche nel dolore, Papa Francesco si vede come parte di un disegno più grande, mettendo in risalto due temi-chiave del suo magistero: la pace e la fraternità universale, di questi tempi particolarmente minacciati da guerre e divisioni globali o da odi e violenze personali (mi piace ricordare l’enciclica del 2020 “Fratelli tutti”).Questo testamento conferma l'immagine di un uomo che ha voluto vivere e morire da povero tra i poveri, confidando nella misericordia di Dio e nell'intercessione della Vergine. È un documento che, pur nella sua brevità, dice molto più di mille parole solenni. Questo era ed è Papa Francesco, oggi purtroppo ne celebriamo la scomparsa, ma quante volte ho sentito persone criticarlo per questa sua autenticità, questa sua trasgressione e magari anche per questa stessa umiltà nell’interpretare il messaggio pastorale? La sua figura è stata fin da subito interpretata in modo contradditorio, alcuni (forse la maggior parte) vedevano in lui un Papa che favoriva l'inclusione degli "ultimi", il dialogo interreligioso, anche denunciando colpe o responsabilità della Chiesa che i predecessori non avevano mai voluto denunciare, altri vedevano proprio in questo atteggiamento una dimostrazione di debolezza della Chiesa cattolica rispetto ad altre confessioni, come ad esempio quella musulmana o quella ortodossa. Sicuramente Papa Francesco è stato un Papa di “rottura” rispetto a degli schemi consolidati e per questo motivo è stata una figura fortemente polarizzante: per alcuni è stato il Papa più vicino al Vangelo autentico degli ultimi tempi, mentre per altri, un Papa che ha messo in pericolo l'identità e la forza storica della Chiesa. E forse è proprio in questa tensione — tra la fedeltà al Vangelo della misericordia e la tutela della tradizione istituzionale — che si misura la sua grandezza e anche la sua difficoltà storica. Su questo aspetto mi vorrei soffermare e mi viene spontanea una riflessione: quanto può essere attrattivo e “vincente” il messaggio evangelico al mondo d’oggi, quanto possono essere dirompenti l’umiltà e la solidarietà cristiana, le voci sommesse rispetto alle “urla” che quotidianamente sentiamo in TV o leggiamo su giornali e su internet? Mi ha colpito un discorso tenuto da Bergoglio al Giubileo della Comunicazione, dove richiamò i giornalisti alla “missione” di trasmettere la verità dei fatti con un linguaggio di speranza, non di divisione: “Il linguaggio, l’atteggiamento, i toni, possono essere determinanti e fare la differenza tra una comunicazione che riaccende la speranza, crea ponti, apre porte, e una comunicazione che invece accresce le divisioni, le polarizzazioni, le semplificazioni della realtà”. Papa Francesco, il Papa della gente comune, ha diffuso speranza ad un’umanità che per sua natura cede al peccato, al successo facile e agli egoismi. Era un uomo che non ha mai mollato e non si è mai arreso nel cercare una pace tra i vari popoli del mondo, anche davanti a conflitti che oggi sembrerebbero irrisolvibili, con la sua voce sottile ma capace di creare un boato con le parole che ancora si sentono riecheggiare in Piazza San Pietro o nell'omonima Basilica. E' stato soprattutto il Papa che si è messo nei panni del fedele e ha trovato la forza attraverso i suoi fratelli e sorelle per celebrare la messa di Pasqua assieme a loro il giorno prima della sua morte. Nonostante la sua sofferenza fisica ha voluto fino all’ultimo stare tra la gente comune, urlando sempre sommessamente, lottando per diffondere l’idea che la Chiesa è e sarà sempre rappresentazione e simbolo di comunità. La messa di Pasqua ha forse influito sulla sua salute, ma la sua morte ha per me simboleggiato una richiesta di perdono e di rinascita al Padre, che poi l’ha chiamato nel Regno dei Cieli, dimostrando ancora una volta che Dio non è mai stanco di perdonare, siamo noi che abbiamo perso l’umiltà di chiedere perdono!
Leonardo Pietralunga​
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Secondo me, Papa Francesco è stato una figura straordinaria che ha lasciato un'impronta profonda nel mondo. La sua capacità di ispirare e di commuovere le persone è stata davvero unica. Ha parlato con passione della necessità di proteggere il nostro pianeta, di aiutare i più vulnerabili e di promuovere la pace e la giustizia.La sua leadership morale ha incoraggiato molti a riflettere sui valori fondamentali dell'umanità, come la compassione, la solidarietà e l'amore. Ha mostrato che è possibile essere una figura di autorità e allo stesso tempo essere umile, autentico e vicino alle persone.La sua eredità continuerà a vivere nelle menti e nei cuori di coloro che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo e di seguirlo. Ha lasciato un segno indelebile nella storia, ricordandoci l'importanza di essere persone migliori, di amarci gli uni gli altri e di lavorare per un mondo più giusto e più compassionevole.
Ginevra Ravagna
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Binda Francesco
Papa Francesco è una figura molto importante, ma secondo me la cosa più bella è il modo in cui è salito in cielo: facendo incontrare i presidenti d'America e Ucraina.
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DALL'ACQUA CLOE
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Papa Francesco è stato una figura molto importante, soprattutto per le persone bisognose. Ha sempre tenuto stretto a sé il desiderio di aiutare i poveri. È sempre stato presente in situazioni dolorose, come la guerra in Ucraina.
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