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CUSTODE DELLA VERITÀ 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bozzolo, 26 marzo 2045

Caro me stesso,

mentre scrivo questa lettera, mi trovo seduto alla mia scrivania, con il rumore dei tasti che scandisce il tempo. Sono passati vent’anni da quando ho deciso che il giornalismo sarebbe stato il mio futuro. Ora sono qui, con il tesserino da professionista in tasca e il peso, ma anche il privilegio, di raccontare il mondo. Ti sei chiesto spesso se questa professione fosse davvero sostenibile e hai trovato la risposta negli obiettivi dell’Agenda 2030: il giornalismo può essere uno strumento per costruire un mondo più giusto, per denunciare le ingiustizie, per promuovere un’informazione che rispetti l’ambiente, la cultura e la memoria del passato.Ti ricordi quando, a scuola, ti chiesero di scegliere un lavoro per il futuro? Non fu una decisione semplice. In un piccolo paese come Bozzolo, il giornalismo sembrava qualcosa di lontano, un sogno destinato ai grandi centri, alle redazioni affollate, ai reporter che attraversano il mondo. Ma tu eri testardo. Sapevi che ogni storia, anche la più nascosta, meritava di essere raccontata.

 

Bozzolo, 26 marzo 2025

Caro me stesso,

fare il giornalista oggi significa scrivere articoli, reportage, commenti o recensioni per quotidiani e riviste (cartacei e on-line), o elaborare servizi, interviste e approfondimenti per emittenti televisive o radiofoniche, o ancora moderare incontri per queste stesse emittenti. In questo lavoro, bisogna avere una grande capacità nel dialogare con i cittadini, avere conoscenze linguistiche, informatiche e la voglia di conoscere indagando sull’attualità della realtà che ci circonda. L’articolo è il punto di partenza che, dopo uno studio approfondito, viene trasformato in una propria riflessione. L’informazione è la chiave per comprendere e interpretare il mondo in cui viviamo. Il giornalista ha il compito di raccogliere fatti, analizzare situazioni e presentare le notizie in modo chiaro e onesto, rispettando i principi etici del giornalismo. Il giornalista svolge un ruolo fondamentale nella società, fungendo da intermediario tra le informazioni e il pubblico. Questo lavoro è spesso considerato il pilastro della democrazia, ma in molti paesi del mondo subisce pesanti restrizioni a causa della censura e della negazione del diritto di opinione. Governi autoritari e regimi repressivi limitano la libertà di stampa per mantenere il controllo sulla narrazione pubblica e soffocare il dissenso. Chi svolge questo lavoro, rischia la propria vita per la conoscenza della verità, raggiungendo posti di guerra o di estremo pericolo. Negli ultimi anni, il giornalismo si è adattato alle nuove tecnologie: l’uso di intelligenza artificiale porta a perdere l'umanità e l'identità (uso del data journalism e del fact-checking automatizzato). Si è adattata anche alla multimedialità, con podcast, video-reportage, giornalismo interattivo e ai social media (Twitter, Instagram e TikTok) nel diffondere notizie in tempo reale. Anche i nuovi modelli economici giocano un ruolo importante, con gli abbonamenti digitali, sponsorizzazioni e crowdfunding, in cui i lettori “votano” con le loro donazioni scegliendo se sostenere una singola storia, un beat o una nuova piattaforma e costruiscono con le loro preferenze la selezione di quella che diventerà notizia. La figura del giornalista, come la intendiamo oggi, è il risultato di una lunga evoluzione storica. Eppure, per capire davvero cosa significhi essere giornalista, bisogna guardare indietro, molto indietro. Nell’antichità, erano i banditori a portare le notizie, urlando in piazza le novità più importanti. Poi arrivò la stampa di Gutenberg, che rivoluzionò tutto. Nel 1664 nacque la Gazzetta di Mantova, il primo giornale italiano. All’epoca era un foglio semplice, rivolto a nobili e funzionari, ma già raccontava la realtà. Nei secoli successivi, la stampa crebbe. Durante il dominio austriaco a Mantova, le notizie erano controllate, ma continuarono a circolare. Con il Risorgimento e l’Unità d’Italia, i giornali diventano strumenti per diffondere nuove idee, lottare per la libertà, sostenere la nascente democrazia. Il Novecento fu un secolo di sfide. Durante il fascismo, la stampa venne censurata e usata per fare propaganda. Ma dopo la guerra, il giornalismo tornò libero, raccontò la rinascita dell’Italia e accompagnò i grandi cambiamenti sociali. Accanto alla stampa cartacea, si svilupparono nuovi mezzi di comunicazione: la radio e poi la televisione, che portarono le notizie direttamente nelle case degli italiani. Tuttavia, questi mezzi tradizionali, pur fondamentali, presentavano alcune difficoltà: i tempi di produzione e diffusione erano lunghi e gli argomenti trattati erano spesso ben definiti e selezionati da pochi. La Gazzetta di Mantova resistette anche in quei momenti difficili, si rinnovò, e divenne testimone dell’epoca digitale.

 

Bozzolo, 10 aprile 2045

 

Caro me stesso,

man mano che l'intelligenza artificiale (AI) avanza rapidamente, la sua influenza su vari settori sta diventando sempre più evidente rischiando la perdita di identità. Nel giornalismo, un'industria che da tempo fa affidamento su metodi tradizionali e competenze umane, l'IA generativa può trasformare il modo in cui le notizie vengono prodotte, consumate e diffuse in modi sia positivi che negativi. Il giornalista è ormai un navigatore di informazioni che solca i mari digitali, ha come unica bussola l’intelligenza artificiale, per setacciare le notizie più rilevanti verificandone l’attendibilità. Naturalmente, oggi, ad affiancare il giornalista ci sono robot che distribuiscono le notizie in base alle esigenze della popolazione. Oggi, guardandoti indietro, sai di aver fatto la scelta giusta. Hai capito che essere giornalista non significa solo scrivere articoli, ma avere il coraggio di fare domande scomode, di cercare la verità anche quando è nascosta, di raccontare storie che possono cambiare le cose. Quindi, caro me stesso, non dimenticare mai perché hai scelto questa strada. Non perdere mai la curiosità, la passione, l’integrità. E ricordati sempre che il miglior giornalismo non è quello che fa rumore, ma quello che fa la differenza.

Con stima,

Il te stesso di vent’anni fa

Saccenti Marco

Nobile Lorenzo

Marrokchi Mohamed

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