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OLLY, PROF DEGLI ULTIMI

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Federico Olivieri, in arte Olly, è nato a Genova 23 anni fa, figlio di un avvocato e di una magistrata, e appassionato di rugby e musica fin da piccolo. Egli ha frequentato il conservatorio per quattro anni dove ha studiato, oltre al canto, viola e pianoforte complementare, anche se non ha finito il percorso. Questi studi gli hanno permesso, nel 2016, di pubblicare la sua prima canzone, intitolata Sara. Nel 2021 frequentava l'Università, scriveva canzoni, ma contemporaneamente faceva da tutor ai ragazzi, suoi coetanei, del carcere di Opera, il più importante di Milano. Penso che Federico andasse in carcere perché volesse insegnare a tutti che nessuno è mai perduto, voleva dare un segnale, ha avuto coraggio fidandosi di persone che avevano commesso un reato. Insegnava ciò che aveva imparato la mattina. La sua ultima canzone, ovvero quella più famosa, con cui ha partecipato e vinto Sanremo 2025, è intitolata “Balorda Nostalgia", che racconta di una relazione finita e dei ricordi che sono rimasti. Io sono rimasto stupito nel leggere come si fosse impegnato questo ragazzo, perché non riuscirei a occuparmi di persone che non conosco. Se anche noi facessimo, così il mondo cosa diventerebbe? Un mondo assolutamente migliore, perché se ognuno insegnasse ai propri figli l’educazione, il rispetto, le scelte giuste da fare e la strada che devono percorrere non servirebbero più le carceri, quindi le persone sarebbero più al sicuro da furti, da atti vandalici, da… insomma, da tutto quello che la gente non vuole subire. Olly è un esempio da seguire per i giovani perché dimostra che niente è impossibile, che con l’impegno, la costanza e la determinazione si può raggiungere tutto quello che si vuole. Io sono una persona che non molla mai ed è da queste persone che voglio continuare ad imparare. Lui ci insegna che il sogno non è irreale, è nostro dovere sognare, pensare all’infinito e come arrivarci, perché la nostra vita è così se noi non sogniamo non realizziamo i nostri ideali, la nostra testa non ha limiti. Lui dimostra al mondo la bontà che c’è dentro ognuno di noi, che aiutare le persone in difficoltà è giusto, ci insegna anche l'umiltà, la disponibilità e la concretezza. Molte persone in questo mondo sono in difficoltà, e sarebbero molto contente se ci fosse qualcuno che li sostiene, li aiuta, gli insegna a riconoscere gli errori e a saperli rimediare. Se io facessi parte della popolazione in difficoltà e una persona si offrisse di sostenermi e aiutarmi io sarei felicissimo perché riconoscerei la sua gentilezza e questo gli farebbe onore, perché la gentilezza è la chiave per tutto. Io penso che se fossimo tutti come lui, il mondo sarebbe senza guerre e senza conflitti. Ma la storia dell’uomo mi insegna che purtroppo è più portato a combattere e a non aiutare il prossimo, anche se noi, nel piccolo, possiamo fare la differenza.

Gabriele Maroli

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