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MOZART, GENIO SENZA TEMPO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La visita alla mostra su Wolfgang Amadeus Mozart allestita presso il nostro Istituto scolastico mi ha permesso di approfondire la conoscenza sulla figura di questo grande “creatore” di musica, forse il più grande di tutti i tempi. Nacque a Salisburgo nel 1756, figlio del violinista Leopold e di Anna Maria Pertl e, sin da piccolo, mostrò un’accesa attitudine per la musica, un talento straordinario, tanto che fu da tanti definito come un vero e proprio “Enfant prodige”. La vita di W.A. Mozart trascorse in un periodo storico-culturale chiamato “Classicismo” che ebbe inizio nella metà del 1700 ed arrivò fino al primo decennio del ‘800, periodo nel quale ogni campo dell’arte risentì dell’influenza di questo movimento, che attinse e recuperò i canoni classici dell’arte antica considerandoli simbolo di perfezione artistica. A soli quattro anni il piccolo Mozart sapeva suonare il violino e il clavicembalo e la sua prima composizione risaliva solo a due anni dopo. Consapevole delle doti straordinarie del figlio, il padre Leopold portò Wolfgang e la sorella Maria Anna, soprannominata Nannerl anch’essa musicista molto dotata, in viaggio per l'Europa per alcune esibizioni in salotti culturali e teatri che permisero ai due fanciulli di venire a contatto con i fermenti artistici che circolavano in Europa; furono di quegli anni i celebri concerti tenuti per corti di nobili e re tra cui l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo in Austria. Seguirono gli studi a Salisburgo nel corso dei quali Amadeus compose opere teatrali e diverse sinfonie, sonate e opere, continuando ad effettuare numerosi viaggi, che finiranno per indebolire la sua già fragile salute. Bisogna infatti considerare, che a quel tempo i principali mezzi di trasporto erano umide e traballanti carrozze che percorrevano strade molto spesso dissestate. Celebri furono molti dei suoi pellegrinaggi e in particolare le sue "visite" italiane a Bolzano, Trento, ma anche a Bologna, Milano e Roma. E a Mantova e nella nostra Bozzolo? Mozart infatti all’età di 14 anni il 19 gennaio del 1770, proveniente da Verona e diretto a Cremona per poi proseguire sino a Milano, fu chiamato a Mantova ad inaugurare il teatro Bibiena e nel tragitto si fermò a soggiornare con il padre Leopold proprio a Bozzolo presso “l’Osteria della Posta”, allora situata in via Valcarenghi. Durante questa sosta, accolto e accompagnato dall’allora Arciprete della chiesa di San Pietro, don Carlo Saragozzi, il giovane musicista suonò in presenza delle autorità bozzolesi. Nell’anno 2000 sull’edificio di via Arini 43 fu posizionata una targa commemorativa in ricordo di quel breve soggiorno del grande musicista austriaco. Finita l'esperienza italiana, rientrò a Salisburgo al servizio dell'irascibile arcivescovo Colloredo. Quest'ultimo, oltre ad essere sostanzialmente poco interessato alla musica, non fu affatto ben disposto nei confronti del compositore ed infatti sulla spinta del successo ottenuto qualche anno dopo, Mozart si liberò dell’ opprimente principe-arcivescovo, dando inizio così alla sua carriera da musicista indipendente; si stabilì insieme alla sposa Constanze Weber a Vienna, città a quell’epoca ricca di grandi fermenti culturali. Mozart eccelse così in un’ampia gamma di forme musicali, componendo opere, sinfonie, musica da camera, opere per pianoforte e musica sacra.

L'ultimo decennio della sua breve esistenza fu per Mozart il più fecondo, artefice di immensi capolavori. Il 5 dicembre del 1791, si spense all'età di soli 35 anni, si scrive a causa di una polmonite. Finì così la vita terrena di Wolfgang Amadeus Mozart, ma non la sua fama e la sua musica, i suoi capolavori che riecheggiano ancora ai giorni nostri come l’espressione più viva di un grande “genio”! La speranza che l’eredità da lui lasciata possa germogliare, magari nelle vie e nelle chiese della nostra Bozzolo, in una solenne messa da Requiem o in una dolce serenata notturna.

 

Leonardo Pietralunga

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