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LA STORIA IN PROVETTA

Lupo

Discussione lanciata da Leonardo Pietralunga, qui pubblicata integralmente negli scambi intercorsi sul BLOG.

Il progresso etico non va di pari passo con il progresso scientifico... Voi cosa ne pensate?

NATI TRE LUPI DI RAZZA ESTINTA 12MILA ANNI FA, ANDIAMO VERSO JURASSIC PARK?

I tre cuccioli ottenuti mischiando il Dna di una specie attuale con quello estratto da alcuni fossili. Perplessità fra gli scienziati. E questioni etiche non secondarie

 

Si chiama de-estinzione, ed è l’idea di riportare in vita specie estinte anche da migliaia di anni, come ad esempio l’enocione, un canide lupino scomparso alla fine del Pleistocene, circa dodicimila anni fa. Ma si potrebbe altrettanto riportare in vita il mammut lanoso (estinto un paio di millenni dopo) o la tigre della Tasmania, scomparsa in tempi molto più recenti, nel 1936. O ancora il dodo (avvistato l’ultima volta nel Seicento). Ieri, il concetto di de-estinzione (...)(...) è rimbalzato sui media di tutto il mondo perché una compagnia di biotecnologie con sede a Dallas, la Colossal Biosciences, ha dato la vita a tre cuccioli proprio di enocione. Come ha fatto? Ha usato l’editing genetico, mediante la già nota, potentissima tecnologia CRISPR, dopo avere clonato il Dna della specie più strettamente imparentata con quella del “dire wolf” (anche detto metalupo) e cioè il lupo grigio, vale a dire il lupo comune.

Quindi, partendo dal Dna del lupo, sulla base di Dna estratto da due fossili di enocione (un dente risalente a 12mila anni fa, e un cranio di 72mila anni fa), i ricercatori hanno editato il Dna del primo per farlo collimare il più possibile con il secondo. Poi hanno impiantato gli embrioni così manipolati in comuni cani. 

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MICHELONI ALESSANDRO

Già che siamo in clima pasquale, poi parlare di resurrezione dei metalupi... a parte questo.
Molto semplicemente penso che la scienza nasca dall'esigenza dell'uomo di rispondere ai tanti "come" che si è posto e si pone tutt'ora, quindi, ritengo obbligatoria la condizione per la quale si debba seguire l'etica.
Per questo mi sento di dire che questa voglia di "de-estinguere" delle specie ormai estinte sia un modo di sorvolare il "peso" della coscienza preferendo quelle che sono delle vere e proprie "tentazioni".
D'altro canto, però, mi pare doveroso riflettere sul fatto che il progresso nasce proprio quando si sperimenta, si esce da una "gabbia" concettuale di certezze assolute...

 

RAVAGNA GINEVRA

Credo che come ogni cosa, ci siano più lati della medaglia.
La scienza, come abbiamo già visto molteplici volte, può fare scoperte che salvano la vita e scoperte che la distruggono. Basta pensare alla bomba atomica. Come dice Alessandro però, se non avessimo mai sperimentato saremmo ancora creature a quattro zampe. Una domanda che mi pongo però, è se la scienza e l'etica possano andare a pari passo. Molte volte si provano cosmetici su animali provocandone la morte. Questo è l'anti-etica per eccellenza. Oppure, quando durante la seconda guerra mondiale facevano esperimenti sulle persone. Questo non contraddice il concetto di etica? Quindi, concludendo, c'è un confine tra l'etica e la scienza da non superare? Possono andare pari passo o sono linee completamente parallele? 

 

Elide Bergamaschi

Questione delicatissima ma inevitabile. Chi traccia il confine tra ricerca, progresso, libertà della scienza, affermazione ed esaltazione dell'intelligenza, della creatività umana e l'ingresso in un territorio in cui lo stesso gesto, la stessa azione diventa violazione, abuso, cancellazione di diritti e di libertà?  

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PIETRALUNGA LEONARDO
In questo caso, i ricercatori mi sembra abbiano superato la responsabilità collettiva che dovrebbe imporre l'etica scientifica. E' forse colpa della vulnerabilità umana, che trasforma la ricerca nel "vizio" di onnipotenza?

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