IL LATO B DI UNA STAR

Federico Oliveri, in arte Olly, 24 anni, nato in Liguria, nello specifico a Genova, laureato all’Università di Milano, ha rievocato il periodo in cui faceva da tutor ai carcerati, o meglio quando entrava alla Casa di Reclusione “Opera” di Milano, ogni settimana. Questo è accaduto circa quattro anni fa, quando portava ai detenuti appunti dell’Università Statale di Milano, così da farli sentire parte di una società che non li considerava senza speranza, ma che investiva in risorse esterne e giovani per farli sentire parte di un gruppo, qualunque fosse il reato commesso o la lunghezza della pena da scontare.Ai miei occhi, questo atto è veramente bello, denso di significato e di profondità, perché Olly, aiutando dei detenuti, non solo gli ha trasmesso conoscenze, cercando di farli acculturare ma al tempo stesso gli ha permesso di riflettere su ciò che hanno perso commettendo dei reati.Esercitare il diritto allo studio è uno dei modi di onorare il valore rieducativo della pena cercando di dare una seconda possibilità; questo è il principio fondante della riabilitazione successiva allo sconto della pena ricevuta. Olly nel 2022 si è laureato in Economia e Management, ma mentre studiava all’università scriveva canzoni e sosteneva i detenuti; questo esempio dovrebbe far riflettere chi sopravvaluta i giovani “sdraiati” (pigri), non rendendosi conto di quello che i ragazzi come Olly fanno: applicarsi con costanza e dedizione, per arrivare ad un obiettivo, che va ben oltre il conseguimento di un titolo di studio, ma che permette loro di essere a 360 gradi colonne fondanti di una nuova generazione. Al giorno d’oggi si pensa sempre che la nuova generazione sia la peggiore di tutte, ma ci sono anche personalità che sono veramente dei punti di riferimento per tutti, anche per gli adulti. Ciò che molti non sanno, infatti, è che subito dopo la laurea questo ragazzo aveva un pugno di mosche in mano, quindi poco e niente, per questo motivo si è rimboccato le maniche e ha iniziato a lavorare duramente, avendo solo successivamente, un grande successo come cantante; al riguardo mi piace riportare una frase ricavata dall'articolo del “Corriere della Sera” dedicato ad Olly: “E se nel frattempo i «suoi» tre studenti sono stati trasferiti altrove senz’altro l’altra sera qualcuno, dentro al carcere di Opera, faceva il tifo per lui.” Secondo me, il senso di questa affermazione, va ricercato e collegato al fatto che i tre detenuti seguiti da Federico anche se fossero stati trasferiti, o anche se le circostanze della loro detenzione fossero cambiate avranno fatto il tifo per lui, non solo durante le serate del Festival di Sanremo, ma per la sua affermazione personale e artistica. Federico ha unito la sua passione per la cultura ad un’importante esperienza in un progetto di inclusione. Includere, significa far sentire parte di un gruppo tutti coloro che si interfacciano con la nostra emotività, tenendoli in considerazione, dandogli una possibilità di sentirsi parte di un tessuto sociale. Questo progetto rappresenta bene la poliedricità, cioè la molteplicità di aspetti, di attività o di interessi e la voglia di fare e di impegnarsi dei tanti coetanei di Olly che meritano la nostra fiducia e il nostro supporto, perché vanno oltre delle generalizzazioni pericolose e riduttive nei confronti di chi per gli altri si spende. Un altro elemento che ho scoperto è che Federico non essendo mai stato in carcere era molto curioso di vedere come poteva essere organizzato un reparto ad Alta sicurezza, dato che sua madre come Magistrato gli ha sempre fornito dati ed esempi di come un luogo di detenzione può alterare la personalità, ma allo stesso tempo collaborare al miglioramento dello stato emotivo possa essere molto prezioso. Olly, quindi, fin da piccolo era a conoscenza dell’importanza e dell’assenza del pregiudizio, verso chiunque, e ha compreso subito l’alto valore riabilitativo che la detenzione dovrebbe avere. Per questi motivi il cantante si mette a disposizione degli altri, pronto ad aiutare o ad offrire il suo supporto ai suoi studenti, anche se reclusi. In altre parole, si è reso disponibile per le necessità degli altri ed è stato sempre pronto a dare una mano o ad offrire il suo tempo e le sue risorse per il bene degli altri. Questo ragazzo dall’animo genuino e sincero non si è mai scoraggiato di fronte alle difficoltà o all’incostanza di alcuni suoi studenti e del loro loro rendimento, questo è un altro punto presente nell’articolo del “Corriere della Sera”; Olly non perdeva la determinazione o la motivazione quando incontrava difficoltà, né si è mai lasciato influenzare negativamente dal comportamento incostante o imprevedibile di alcuni dei suoi studenti. È un ragazzo che è rimasto fermamente concentrato e ottimista, anche quando le cose non andavano come previsto o quando alcuni studenti non sono costanti nel loro impegno. Dagli stralci di questo articolo e dalle considerazioni fatte in classe e con i miei compagni, nonostante Olly ha detto che è difficile cogliere una grande lezione di vita, io non sono d'accordo, visto che per me è più complicato metterla in atto, dato che per apprenderla bisogna ascoltare e riflettere su quanto compreso, ma per metterla in pratica bisogna provare e riprovare milioni di volte, non perdendo mai l’occasione di apprendere anche dai propri sbagli.La testimonianza di questo giovane cantante, che non è soltanto un ciuffo di capelli davanti agli occhi, o una serie di tatuaggi sparsi sul corpo, ma un volontario in una Casa di Reclusione di Milano, un laureato in Economia e Management, un cantautore italiano di successo degli ultimi anni, per me rappresenta un esempio di come cercare di essere ciò che si vuole, avere ambizione, significa fare sacrifici e guardare in faccia chi non ha avuto una guida sicura e ferma durante la propria crescita.
Adriano Gentile