IL LAMPO DELLA PAROLA

2100… press freedom? In questo testo parleremo della figura del giornalista. Abbiamo scelto questa professione perché la riteniamo importante per la società, in quanto permette il costante aggiornamento delle persone rispetto ad avvenimenti e fatti che avvengono in Italia e all’estero. I predecessori di questo lavoro furono i banditori che, al tempo del Medioevo, diffondevano a voce le notizie. Questa mansione si sviluppò, successivamente nel XVII secolo in Europa, ed attraverso l’avvento di innovazioni e cambiamenti sociali ed epocali, è arrivata sino ai giorni nostri, diffondendosi in tutto il mondo. Fondamentale fu il legame con la stampa a caratteri mobili, tecnica inventata nel Quattrocento dall’orafo e tipografo tedesco Johannes Gutenberg. Per la prima volta, fu possibile riprodurre libri in modo veramente veloce ed economico rispetto a prima: con il metodo precedente, la xilografia, le matrici di stampa venivano ricavate da un unico pezzo di legno, che poteva essere impiegato solo per stampare sempre la stessa pagina, finché non si rompeva la matrice, cosa che accadeva molto spesso. Con l’invenzione di Gutenberg fu possibile allineare i singoli caratteri in modo da formare una pagina, che veniva cosparsa di inchiostro e pressata su un foglio di carta. L'innovazione consisteva nella possibilità di riutilizzare tali caratteri. La diffusione dei libri, delle notizie, e della cultura iniziò a farsi più veloce, fino ad arrivare, nell’Ottocento, ad una progressiva democratizzazione del pensiero in Occidente: fu così che i quotidiani, i settimanali e i periodici furono stampati e venduti in larga scala. In quel periodo la Rivoluzione Industriale introdusse la stampatrice piano-cilindrica, permettendo una produzione più rapida grazie all'energia del vapore. La rotativa, inventata da Richard Hoe, ha rivoluzionato la stampa permettendo di produrre fino a 12.000 copie all'ora, segnando l'inizio del giornalismo di massa.Agli albori, il giornalismo privilegiava le informazioni di carattere letterario e bibliografico; col tempo iniziò la diffusione di notizie di carattere diverso, sulla cultura, la politica o la cronaca. Successivamente, grazie al telegrafo, i giornalisti riuscirono a comunicare in poco tempo le notizie alle redazioni rendendo il loro lavoro ancora più efficiente e tempestivo.E poi venne….internet!
Il mondo del giornalismo oggi è diviso in ambiti specifici: gli editori scrivono articoli sui temi più svariati: dalla cronaca alla politica, dallo sport alla cultura. Oggi il giornalista è un professionista che opera nel settore dell'informazione; si occupa di scoprire, analizzare, descrivere e scegliere notizie per poi diffonderle. Redige articoli editoriali per testate giornalistiche periodiche o agenzie di stampa, che vengono pubblicate su tanti mezzi di comunicazione di massa (carta stampata, radio, televisione, internet); può essere sia un lavoratore dipendente presso la redazione di un giornale, sia indipendente o freelance, che ha la possibilità di offrire i “pezzi” che elabora anche a più editori dietro un compenso. Più l’argomento è di largo interesse, più crea risonanza sui mezzi di informazione e più il compenso del giornalista aumenta. Secondo il report del 2023 dell’Ordine dei giornalisti, questa figura professionale si è modernizzata per stare al passo con i tempi: in seguito alla diffusione di social e delle testate in rete ha rivisto la propria modalità di lavoro iniziando ad utilizzare articoli online, video e podcast. La digitalizzazione e la velocità dell’informazione odierne richiedono aggiornamenti in tempo reale: gli utenti non aspettano più il quotidiano del mattino. Il giornalista deve essere sempre connesso, pronto a verificare e a pubblicare notizie rapidamente, senza sacrificarne qualità e affidabilità.
Anche l’avvento dell’IA continuerà a comportare cambiamenti a questa professione e permetterà sempre più di:
monitorare il trend degli eventi, oppure operare l’estrazione automatizzata di informazioni e contenuti da grandi database per scrivere con l’algoritmo alcuni tipi di articoli come i bollettini meteo o i report finanziari.
migliorare la produttività, grazie a strumenti di editing assistito.
trasformare un contenuto in vari formati da utilizzare su differenti canali e per diversi target: podcast, video, reportage interattivi.
L’informazione sarà sempre più visiva e immersiva coinvolgendo la realtà virtuale e aumentata. Per questo motivo il giornalista del futuro dovrà essere anche videomaker e social media manager. Personalizzare e migliorare l’esperienza dell’utente in base alle sue preferenze, anche in un’ottica di sottoscrizione degli abbonamenti. Il giornalista già da oggi deve essere anche un esperto di strumenti che riguardano l’IA e l'algoritmo, che sono già ampiamente utilizzati nelle grandi redazioni e in parte anche per testate meno importanti. Alcuni aspetti ripetitivi di questa professione sono automatizzati lasciando più tempo per la creazione dei contenuti. Ma al contempo il giornalista dovrà essere in grado di gestire problematiche anche in campo etico che riguardano il diritto di autore, le allucinazioni, i bias (quelle distorsioni della realtà causate da pregiudizi) e le minacce di attacchi informatici. Nel panorama dell’informazione globale, l’intelligenza artificiale svolgerà un duplice ruolo come generatore di notizie ma anche di fake news e potrà essere anche strumento di contrasto alle stesse e alla disinformazione: in questo scenario la preparazione informatica del giornalista sarà fondamentale. Se un tempo questa professione rappresentava un tramite tra i fatti e l’opinione pubblica, il suo ruolo sarà ridefinito dalla digitalizzazione, i social e l’intelligenza artificiale e acquistando un ruolo cruciale come garante della verità che verifica le fonti e garantisce trasparenza e indipendenza rispetto al suo lavoro, per conquistare la fiducia dei lettori. Dove c’è democrazia e indipendenza ci deve essere un “sano” giornalismo. Infatti, i concetti di democrazia e professione giornalistica sono strettamente collegati, rappresentando l’una lo specchio dell’altra. Nella nostra Costituzione l’articolo 21 sancisce la libertà di opinione e la libertà di stampa proprio per garantire che il popolo sia libero di ricevere e diffondere informazioni che non siano manipolate o al servizio di una particolare persona, organizzazione o interesse. Ma se ad essere manipolati fossero proprio i dati che alimentano i motori di ricerca delle informazioni e quindi le stesse IA? Qualche mese fa si è diffusa la notizia della risposta cinese alle IA americane/occidentali con Deepseek, molto meno costosa e quindi probabilmente di più facile diffusione, ma con informazioni “condizionate” (o meglio censurate) dal governo cinese, siamo alle solite! Possibile che in un mondo come quello attuale, dove le informazioni circolano alla velocità della luce, i governanti di Paesi così importanti non riescano a realizzare che non possono arginare l’avanzata della libertà di opinione e la marcia di una stampa libera?
Leonardo Pietralunga
Iris Delfini
Cristian Costa