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MONDOMARCIO E IL SUO CREDO

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Nel 2004, il debutto negli scantinati: da lì ha inizio la carriera come vero rapper. Il suo primo disco “Mondomarcio” sembra ancora quello più attuale. Semplicemente, il nome di questo cantante fa pensare ad un modo silenzioso di sfida e di rabbia verso un mondo che all’inizio della sua vita lo ha sempre odiato, con la divisione dei suoi genitori, viveva “solo con mamma, non avevo molti amici”: le parole delle sue canzoni ricalcano la sua vita. In questo album riporta a galla la sensazione di confusione e, come afferma nell’intervista del 04 maggio 2025 del Corriere della Sera, di smarrimento frutto di un’infanzia complicata. Ogni volta che cerchiamo di entrare nella mischia abbiamo sempre una maschera che copre la nostra vera faccia, la nostra personalità e il nostro carattere. Così si sente questo famoso rapper italiano: Mondo Marcio, il suo nome d’arte e Gianmarco Marcello, il suo vero nome, sono due personaggi completamente separati. Mondo Marcio è lo specchio, un clone del vero Gianmarco, la figura che ha canalizzato e ingoiato tutta la rabbia che poi viene lasciata scorrere sulle canzoni che lui scrive. Particolarmente presente in alcune delle canzoni del suo ultimo album. C’è chi utilizza una maschera per migliorare le proprie condizioni di lavoro (come fa il cantante), chi lo fa per piacere a qualcuno in particolare, chi per avere una migliore situazione di vita, chi per scaricare emozioni che non riesce a sostenere senza di essa. E c’è chi, invece, le utilizza per integrarsi in una società che non lo accetta. Vengono utilizzate anche in base a chi interagiamo e con cui vogliamo parlare: creiamo un personaggio finto che rappresenti la nostra parte più incantevole e da ammirare e che non metta in luce i nostri difetti, che riteniamo vergognosi e imbarazzanti. Cosa spinge a creare tutto questo? Naturalmente il giudizio. Fin dal tempo della Storia Antica vi sono stereotipi o pregiudizi che probabilmente sono proseguiti per anni o addirittura secoli. Alcuni sono presenti ancora oggi. Nel XVII secolo, con Luigi XIV, nacque la moda odierna e questa ha spinto la gente a confrontarsi con coloro che indossavano il loro stesso abito o le loro stesse scarpe. In una società vera e che mette in moto i componenti per il bene di qualsiasi persona, si deve saper interagire con tutti senza distinzione di genere, etnia, lingua, religione, condizioni personali o sociali, come scrive l’articolo 3 della nostra Costituzione. Come sappiamo che ci possiamo fidare di qualcuno se quella persona ha conosciuto solamente il tronco del tuo albero interiore e non ha mai guardato le foglie, che donano vita cioè le emozioni? La maschera prima o poi si rompe e lì capisci che è stata una liberazione averla frantumata davanti ad amici di cui ti fidi.

A volte mi chiedo perché nella cultura rap debba sempre esserci la dissolutezza, l'evasione, la violenza…

 Molto spesso la vita degli stessi rapper deve essere cosparsa di esperienze ed avvenimenti di questo tipo; nascono così e vivono esperienze di vita sfortunate oppure cercano di rendersi più "credibili" agli occhi del loro pubblico cercando l'illegalità?

Da quanto afferma MondoMarcio, che è uno degli autori più introspettivi del mondo rap, la musica deve essere un racconto di esperienze di vita, ma allo stesso tempo lui afferma di esporsi al pubblico con una maschera, quasi come se fosse il protagonista di una recita.

Critica Achille Lauro per il suo comportamento “acchiappa like”, ma poi non mette a nudo se stesso, ma interpreta sul palco un personaggio che dice di aver creato “per vivere e lavorare meglio”. Mah!?!

In tutti gli interpreti del mondo rap o hip hop sarei curioso di sapere quanto c’è di originale e quanto di recitato.

In molti casi il disagio è vissuto, molti rapper provengono da contesti difficili, ma in tanti altri il disagio è costruito, proprio perché il “sistema” premia questo tipo di narrazione.

Il pensiero che le persone dimentichino la versione originale di sé stesse e utilizzino un costume è terribile da immaginare, perché vivrebbero solamente una parte di essi o una persona completamente diversa da loro. Naturalmente ci sono due lati della medaglia. Spesso, infatti, mostrare la propria sensibilità ad altre persone può essere un problema. Le persone in questo modo sanno come ferirti. Anch’io alcune volte utilizzo una maschera non per il giudizio, per la critica, ma per essere protetto da eventuali attacchi a sorpresa. Da maschera si trasforma in armatura. Essa ti salva ma si consuma e alla fine senza di essa la gente ti può trafiggere.

 

Leonardo Pietralunga

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