LA DOLCE MORTE

24 luglio 1794
Domani sarà il mio ultimo giorno. Fa paura scriverlo, ma dentro di me sento una strana calma. So che la mia fine è vicina, e so anche che non ho fatto nulla per meritare questa condanna. Ho sempre cercato la verità, ho scritto poesie per difendere i deboli, per denunciare le ingiustizie. E ora, proprio per questo, morirò. La Rivoluzione, che all’inizio sembrava piena di speranza, è diventata crudele. Dovevano cambiare il mondo, renderlo più giusto, ma ora si uccidono anche quelli che hanno creduto davvero nella libertà. Io sono uno di loro. Eppure, non mi pento.
In cella, il tempo sembra fermo. Ma il pensiero che mi tiene vivo è Maddalena. Lei, così coraggiosa, ha scelto di stare con me anche adesso. Ha perso tutto: la famiglia, la casa, la sua vita. Eppure è venuta qui, pronta a morire con me. Il suo amore è il dono più grande che io abbia mai ricevuto. In mezzo a tanta sofferenza, il nostro amore è come una luce. Domani saliremo insieme sul carro che ci porterà al patibolo. È terribile da dire, ma io non mi sentirò solo. Moriremo insieme, uniti fino alla fine. E questo mi dà forza. Se queste sono le mie ultime parole, voglio che parlino di amore, di coraggio e di verità. Anche se la mia voce sarà presto spenta, spero che le mie poesie e i miei ideali restino. Forse un giorno qualcuno capirà davvero quello che ho voluto dire.
Addio, vita. Addio, sogni. Ma vado incontro alla fine a testa alta, con il cuore pieno d’amore.
Andrea
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Credits: Roberto Ricci​
Ginevra Ravagna